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Olio di Argan: attenzione ad improvvisarsi importatore

Negli ultimi anni è cresciuto sempre di più l’interesse da parte dei consumatori nei confronti dell’olio di argan. Questo ingrediente, ricavato dai semi dell’Argania spinosa, viene utilizzato da secoli in Marocco, sia a scopo alimentare che nel mondo cosmetico per prodotti per il trattamento dei capelli o della pelle per le sue proprietà emollienti e nutritive della cute.

Composto essenzialmente da trigliceridi dell’acido oleico e linoleico, l’olio di argan viene prodotto tramite spremitura delle mandorle presenti nei noccioli. Parlare di questo ingrediente, oggi così in voga nel settore cosmetico, consente di presentare i possibili problemi che un importatore può incontrare nel momento in cui decida di immettere nel mercato europeo un prodotto a base di olio di argan.

Il Reg. EC 1223/2009 prevede che la sicurezza di ogni cosmetico presente sul territorio dell’Unione Europea venga valutata e dimostrata da un Valutatore della Sicurezza che abbia i requisiti e i titoli accademici previsti dalla normativa europea, oltre che la fondamentale esperienza acquisita nel settore.

Le informazioni relative a ogni aspetto tossicologico associato, non solo al cosmetico ma anche ai singoli ingredienti che lo compongono, vengono raccolte all’interno del Product Information File (PIF).

Per quel che riguarda gli ingredienti di origine vegetale, oltre alle informazioni generali di carattere chimico-fisico e microbiologico, poiché questa tipologia di materie prime è, in realtà, una miscela complessa di sostanze, sarà necessario considerare anche la presenza dei costituenti principali dell’ingrediente stesso, sulla base dei quali ricavare ulteriori informazioni utili alla valutazione di sicurezza.

Altri dati fondamentali sono gli eventuali contaminanti presenti nel terreno, residui di fitoterapici o altri prodotti per l’agricoltura, la descrizione del processo produttivo, nonché le condizioni e i parametri a cui viene effettuata l’estrazione. Non completamente consapevoli dei requisiti imposti dalla normativa o delle problematiche che ne derivano, molte persone che decidono di iniziare la carriera d’importatore, vengono attratti principalmente dall’idea di commercializzare un prodotto di origine naturale e, magari, fabbricato con metodiche artigianali.

Parlando poi di processo di fabbricazione, bisogna ricordare che il prodotto cosmetico, per legge, deve essere fabbricato seguendo le Norme di Buona Fabbricazione EN ISO 22716, che costituiscono norma europea. Purtroppo, non è sempre facile trovare un fabbricante, al di fuori dell’Unione Europea, in grado di soddisfare tale requisito, soprattutto se la fabbricazione è di tipo artigianale. Molto spesso è possibile imbattersi in cosmetici, certificati come prodotti “biologici” o “naturali”, tuttavia ciò non implica che il prodotto stesso venga fabbricato seguendo le NBF europee.

Il caso dell’olio di argan, ovviamente, è stato preso solo come esempio per mettere in luce la problematica vera e propria, in cui ci si può imbattere quando si sceglie un produttore situato in un paese terzo, ovvero la difficoltà nell’ottemperare a tutte le disposizioni di legge previste in Europa nel settore cosmetico, dovuta molto spesso, al semplice fatto che ogni produttore segue le norme vigenti nella nazione in cui lavora.

Lo scopo di questo articolo non vuole essere quello di scoraggiare o sconsigliare l’importazione da paesi terzi, ma informare sui requisiti che il produttore deve soddisfare, gli stessi che devono essere richiesti anche alle aziende europee.