Disinfettanti illegali, ECHA lancia nuova allerta
L’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) ha lanciato l’allarme relativo alla presenza sul mercato di disinfettanti che non ottemperano alle norme europee per questi prodotti. L’invasione del mercato da parte di prodotti illegali o inefficaci è una conseguenza della diffusione dell’infezione da COVID-19 e dell’aumentata domanda di disinfettanti virucidi che essa ha determinato.
“L’elevata richiesta di disinfettanti per combattere il COVID-19,” ha scritto l’ECHA in un comunicato stampa, “e il rilascio di autorizzazioni di emergenza da parte degli Stati Membri hanno attratto nuovi produttori e fornitori verso il mercato.”
Molti, pur agendo in buona fede, non sono a conoscenza delle norme che regolamentano i disinfettanti e i biocidi, altri invece hanno approfittato della situazione. Venti Stati Membri su 27 hanno segnalato un aumento sul mercato di disinfettanti non conformi, privi delle autorizzazioni necessarie (in Italia i prodotti disinfettanti devono essere registrati come “Presidi Medico-Chirurgici” oppure come biocidi in accordo alla normativa di riferimento e devono riportare in etichetta il numero di autorizzazione rilasciato dall’autorità competente), dell’etichettatura di pericolo, o aventi formulazioni con bassi contenuti di principio attivo non sufficienti a svolgere l’azione virucida necessaria.
Sistema di allerta rapida RAPEX
Nel suo comunicato, l’ECHA ha sottolineato che i casi di grave rischio alla salute di operatori e consumatori viene segnalato nel sistema di allerta rapida RAPEX, istituito per assicurare che tali informazioni di sicurezza raggiungano tutti i Paesi.
Intanto, proseguono i controlli e le ispezioni da parte delle autorità nazionali dei singoli Stati membri (in Italia tali attività sono svolte dai Carabinieri dei NAS in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità): sono al vaglio non solo i prodotti presenti nei canali di distribuzione del mercato “fisico” ma anche le vendite online, le più utilizzate durante la chiusura seguita allo scoppio della pandemia.
L’uso di un disinfettante prodotto o utilizzato in maniera inadeguata, ha avvertito l’ECHA, può rappresentare un rischio per la salute pubblica, ed è dunque fondamentale che anche nei periodi di emergenza le autorità facciano rispettare le disposizioni in vigore. L’Agenzia sta raccogliendo i feedback dalle autorità nazionali sulle difficoltà e le questioni da chiarire per supportare gli adempimenti a livello nazionale.
L’ECHA ha tuttavia specificato che, per affrontare e prevenire le conseguenze della diffusione della pandemia, le autorità nazionali sono incoraggiate a concedere deroghe rispetto alle regole normalmente in vigore, anche rispetto al Regolamento sui biocidi, al fine di aumentare ed accelerare la produzione di disinfettanti ed assicurare l’accesso rapido e continuo da parte di cittadini e professionisti della salute.
A tal proposito, l’Agenzia sta supportando la Commissione europea e le autorità nazionali fornendo linee guida sui requisiti che devono avere i principi attivi utilizzati nella lotta alla diffusione dell’infezione. L’Agenzia ha, tra le altre cose, ricordato i documenti pubblicati dalla Commissione europea sulla differenza tra igienizzanti e disinfettanti (cosmetici o detergenti i primi, biocidi i secondi), per facilitare l’applicazione delle norme nei casi borderline, incluso un manuale di applicazione del Regolamento sui cosmetici e una guida all’applicazione della legislazione sui disinfettanti per le mani e i prodotti che non necessitano di risciacquo (leave-on).
Infine, l’ECHA ha avviato uno scambio di informazioni con l’ufficio europeo anti-contraffazione (OLAF) per raccogliere informazioni di mutuo interesse che possano contribuire allo svolgimento delle inchieste di frode nel corso della pandemia da COVID-19. Un’inchiesta sul traffico illecito di disinfettanti è stata già avviata dall’unità competente dell’OLAF, ora in corso in tutta l’Unione europea.
Scritto da: Maria Pia Felici
Foto di: Jeyaratnam Caniceus da Pixabay