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Herbals nei dispositivi medici: come gestire il proprio prodotto con l’MDCG 2022-5

Sostanze erbali nei dispositivi medici

Ad Aprile 2022 è stata pubblicata la tanto attesa linea guida sui dispositivi borderline ai sensi del Regolamento 2017/745.

Il documento, MDCG 2022-5 “Guidance on borderline between medical devices and medicinal products under Regulation (EU) 2017/745 on medical devices”, sostituisce la MEDDEV 2.1/3 Rev3 (originariamente redatta per aiutare nell’applicazione dei requisiti  della Direttiva 93/42/CEE sui dispositivi medici), e fornisce alcuni chiarimenti sui dispositivi a base di sostanze, con particolare attenzione alle differenze tra Direttiva e Regolamento, nonché ai nuovi requisiti previsti dal Regolamento. 

I dispositivi medici a base di sostanze sono prodotti contenenti sostanze o mix di sostanze, che agiscono con meccanismi di azione di tipo meccanico/fisico e non farmacologico, immunologico, metabolico (FIM) e che, pertanto, non possono essere inquadrati come farmaci.

Questi prodotti, tra cui creme, colliri e spray nasali, sono da diversi anni affermati sul mercato come valide opzioni terapeutiche, caratterizzati spesso da semplicità di utilizzo e minori effetti collaterali.

Il corretto inquadramento normativo del prodotto

La MDCG 2022-5, dal punto di vista del corretto inquadramento normativo del prodotto, rappresenta un importante passo in avanti per l’implementazione completa del Regolamento.

L’obbiettivo della linea guida è quello di chiarire le definizioni di meccanismo “FIM”, e guidare i fabbricanti al corretto inquadramento dei dispositivi contenenti sostanze.

Tuttavia, la linea guida ha una struttura complessa, di cui è ancora difficile stimare il reale impatto nella pratica.

Inoltre, non rappresenta un documento vincolante sul piano legale, ma piuttosto un documento pensato per supportare l’implementazione del Regolamento, la cui corretta interpretazione può essere delegata soltanto alla Corte europea di Giustizia.

Ad oggi, i fabbricanti di dispositivi medici a base di sostanze si trovano non solo a dover implementare tutta una serie di requisiti nuovi introdotti dal Regolamento, ma devono in primis ri-valutare l’inquadramento del proprio prodotto come dispositivo medico: la qualifica di un prodotto come dispositivo medico rappresenta infatti il primo passo del percorso di sviluppo, anteriore anche alla classificazione, nonché un passo indispensabile ad assicurare la rispondenza ai requisiti del Regolamento.

È importante ricordare che tale fase preliminare è necessaria anche per i dispositivi già presenti sul mercati in accordo alla Direttiva (legacy devices), i quali potrebbero non essere qualificati come dispositivi medici in accordo al Regolamento, pur essendolo stati fino a questo momento.

Le sostanze di origine vegetale

Il secondo capitolo della linea guida MDCG 2022-5 tratta, in particolare, le sostanze di origine vegetale, incluse le definizioni di medicinale vegetale e medicinale vegetale tradizionale secondo la Direttiva 2001/83/CE.

Questa parte è fondamentale per comprendere appieno l’importanza delle sostanze vegetali nel campo del health care, le quali rappresentano una delle maggiori sfide per lo sviluppo di nuove cure e rimedi, di forte impatto sul mercato.

La sostanza vegetale presente nel dispositivo medico, sia essa un medicinale vegetale o un medicinale vegetale tradizionale, fa sempre riferimento alle monografie ufficiali, quando disponibili: l’EMA Committee on Herbal Medicinal Products (HMPC) è la fonte ufficiale delle monografie, tuttavia, ve ne sono altre, consultabili, se nella monografia dell’EMA non si trova la sostanza di proprio interesse.

Se il meccanismo d’azione è noto e riportato in monografia, il FAB può fare riferimento alla sola letteratura scientifica per dimostrare che la sostanza non agisce attraverso un meccanismo farmacologico, immunologico o metabolico e quindi giustificarne la presenza nel dispositivo. 

Se invece il meccanismo di azione non è del tutto conosciuto, o la sostanza non possiede una monografia, il suo meccanismo deve essere esaminato attentamente e dimostrato dal fabbricante stesso.

Solo dopo questa attività preliminare, si potrà decidere definitivamente se la sostanza è, o non è, un medicinale.

Diventa quindi imprescindibile, per il fabbricante, indagare il più possibile, in particolare svolgendo test pre-clinici mirati che possano dimostrare il modo d’azione della sostanza o quantomeno escludere un potenziale meccanismo farmacologico.

Si tratta di una sfida senz’altro impegnativa, soprattutto se si considera che le sostanze vegetali, ovvero miscele complesse di sostanze, agiscono in virtù del fitocomplesso stesso, con meccanismi spesso sconosciuti.

Ciò le rende profondamente diverse dalle sostanze isolate, che agiscono attraverso meccanismi specifici e soprattutto dimostrabili.

Il meccanismo d’azione degli Herbals

Il peculiare meccanismo d’azione degli herbals, che non può essere descritto da modelli farmacologici classici, rappresenta una importantissima fonte di innovazione nel campo dei prodotti della salute, ma allo stesso tempo è anche una grande incognita all’interno del contesto regolatorio dei dispositivi medici.

Ad oggi è infatti impossibile pensare di poter distinguere ciascuna sostanza contenuta ad esempio, o ciascuna sostanza contenuta in un estratto di camomilla, malva o aloe.

I modelli classici non funzionerebbero, escludendo un’importante fetta di mercato, quella delle sostanze vegetali nei dispositivi, e soprattutto mettendo in forte difficoltà le aziende produttrici che fino ad oggi hanno commercializzato colliri, spray nasali, creme lenitive, tutti prodotti comunemente riconosciuti come dispositivi medici.

Il fabbricante quindi, sia esso di un nuovo dispositivo, oppure di un dispositivo legacy, si trova a dover gestire una fase preliminare fondamentale del percorso di certificazione, per la quale è bene che si rivolga ad esperti del settore che tengano conto di tutti gli aspetti coinvolti, regolatori ma anche farmacologici e tossicologici, inclusa la necessità di test pre clinici.

Allo stesso tempo il settore scientifico di interesse è in evoluzione insieme al contesto normativo. È fondamentale infatti dal punto di vista tecnologico, individuare nuove strategie pre-cliniche per la dimostrazione dei meccanismi d’azione, che superino i modelli classici, riducendo la sperimentazione animale e favorendo modelli in vitro, 3D, tessuti ricostruiti.

Dal punto di vista normativo è bene tener conto della peculiare natura degli herbals, sostanze nelle sostanze, che richiedono un grado di dimostrazione specifica che mette in discussione la natura stessa del dispositivo.

Il rischio maggiore è quello di avere sul mercato una grande quantità di prodotti non classificabili né come farmaci né come dispositivi medici: in un limbo normativo del genere, non sarebbero garantiti la sicurezza e la qualità del prodotto a tutela del consumatore.

Scritto da Sofia Tabacco il 27/02/2023

Foto di flockine da Pixabay