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Brexit: Regno Unito vs Unione Europea

Tutti sanno della questione Brexit, l’uscita del Regno di Gran Bretagna e Nord Irlanda dall’Unione Europea. Il Regno che in realtà è un Impero se si considerano anche le consociate del Commonwealth e qualche isola sparsa per gli oceani, anche con generosa fiscalità (come Isole Cayman e Bermuda). Tutti sanno perché nell’era della tribù globale, l’effetto batterfly non è più il ciclone che si produce a New York dovuto al battito d’ali di una farfalla in Cina, ma un fiume di tweetfake news e foto su Instagram.

E proprio la congestione di concetti, significati, fantasie e realtà espressi sopra in poche parole apre una questione semplice: al di là appunto delle parole, una Nazione da sola oggi che cos’è?

Avrebbero fatto bene i cittadini britannici a chiederselo prima del referendum del 23 giugno 2016 e fanno bene tutti i nostri clienti (fabbricanti, distributori, importatori, esportatori e altri operatori professionali) a chiederselo prima del 29 marzo 2019, data in cui avverrà il divorzio a 2 anni dalla richiesta ufficiale da parte del governo della Regina. Diceva Einstein che chi vuole capire un fisico teorico deve smettere di ascoltare quello che dice e iniziare a osservare quello che fa. Allora estendiamo il concetto e proviamo a ricapitolare quello che si fa per intravedere quello che succederà.

Il governo britannico ha iniziato una serie di negoziati per raggiungere un accordo con l’UE prima della data d’uscita. I negoziati riguardano molti aspetti: dai diritti dei cittadini delle rispettive parti nei territori dell’altra ai rapporti di cooperazione alla difesa interna, dagli stipendi da pagare ai cittadini britannici assunti nelle istituzioni dell’Unione agli accordi commerciali.

Accordi commerciali = Unione Europea

Forse non tutti sanno, ma l’UE è un grande accordo commerciale in cui tutti i rapporti e le relazioni sono basate sui soldi. Perché? Chiedete ai Greci. Oppure, se proprio volete divertirvi, provate a leggervi ogni giorno questi feed. Ovviamente quando un rapporto si basa sul business (ma anche quando si basa sui sentimenti) e arriva il momento di divorziare, bisogna stabilire chi si prende cosa, chi da cosa a chi e quindi come dividersi la torta.

Allo stato attuale (maggio 2018), se non viene raggiunto un accordo tra le parti, tutte le leggi primarie e secondarie dell’UE smetteranno di essere applicate alla GB a partire dalle ore 00:00 del 30 marzo 2019, orario (ovviamente) di Berlino e la GB diverrà un “paese terzo” (come qualsiasi altro extra-UE). Si tenga quindi presente che tutti i prodotti immessi in commercio già PRIMA di quel momento e che resteranno in commercio anche dopo potranno essere soggetti a tediose problematiche da non sottovalutare. Stiamo parlando di tutti i prodotti non-cibi e non-agricoli per i quali esistono leggi comunitarie.

L’importatore con sede legale in GB non sarà più considerato come un operatore economico stabilito nell’UE. Quindi, i produttori extra-UE che intendono esportare i loro prodotti verso l’UE, dovranno trovare un altro soggetto che possa qualificarsi come importatore e il vecchio importatore con sede in GB non potrà più considerarsi come un distributore all’interno dell’UE.

Il mandatario, figura prevista da alcune leggi comunitarie (p.es. sui dispositivi medici), così come la persona responsabile, da altre leggi comunitarie (p.es. sui cosmetici), che ha sede in GB non sarà più considerato come soggetto risiedente all’interno del territorio dell’UE e i rispettivi produttori che li avessero scelti dovranno trovarsi altri soggetti che abbiano i requisiti per poter svolgere quei ruoli.

Alcune leggi comunitarie (p.es. su dispositivi medici, macchine, apparecchiature radio) prevedono il ricorso a soggetti terzi indipendenti che svolgano funzioni di responsabili delle procedure di valutazione della conformità dei prodotti regolamentati, cioè gli Organismi Notificati. A partire dal momento del divorzio, tutti gli ON designati dallo Stato Membro GB saranno rimossi dal sistema NANDO e non saranno più considerati come designati da autorità competenti degli Stati Membri dell’UE.

Questo significa che un prodotto in commercio con marchio CE emesso regolarmente da uno di quegli ON designati dalla GB, non sarà più valido dal momento del divorzio. Una lista di prodotti interessati dal problema può trovarsi qui e non è certo breve.

Specularmente, tutti quei prodotti di cui sopra che intendono entrare dall’UE verso la GB saranno soggetti alle regolamentazioni nazionali GB sull’importazione dei prodotti, stabilite legittimamente dalle leggi della sola GB.

Se questi sono i fatti al momento, quali le conseguenze? Dipende da chi ci guadagna di più a cambiare le cose, cioè da chi ci perde di più a non cambiarle. Per la maggioranza dei cittadini britannici che ha scelto di uscire e per i nostri clienti italiani e dell’UE che vendono oggi i loro prodotti in GB, ovviamente la risposta è che la GB ci guadagna e la UE ci perde a non cambiare le cose. Ma è veramente così? Qui entriamo in questioni di macroeconomia, finanza e politica internazionale. Mi limiterei a sottolineare pochi punti che ritengo semplici e diretti:

  1. Se la GB otterrà quello che vuole, la UE farà la figura di chi non vale abbastanza, alimentando la pressione di tutti gli altri che vogliono lasciare e la perdita di fiducia del resto del mondo nella UE;
  2. Nella bilancia commerciale non ci si può limitare a considerare solo quello che si esporta e quello che si importa. Bisognerebbe considerare anche:
    1. l’indotto per ambo le parti;
    2. la produttiva capacità di generare valore;
    3. l’ineludibile necessità d’acquisto;
    4. l’umana aspirazione ai beni;
    5. le fette di mercato che si aprono, chiudono o si modificano (perché tutto cambi purché nulla cambi veramente);
    6. la massiccia presenza di sedi in GB di imprese extra-UE come lascito di familiarità consolidatosi dall’epoca coloniale (la porta per l’Europa).
  3. Dopo un ventennio di globalizzazione imposta dalle classi dirigenti di ogni tipo ai popoli e considerando questa fase storica della politica a livello appunto globale, qualsiasi aspirazione isolazionista o nazionalista che dovesse anche solo apparire vincente genererebbe automaticamente e istantaneamente il crollo di tutto il castello costruito intorno al Dio Globalizzazione.
  4. Chi va a spiegare agli altri popoli malmessi in giro per l’Europa che tutta la giostra degli ultimi 20 anni ha solo portato magliette made in China a 1 euro e niente di meglio del livello di vita delle precedenti generazioni, ma che se si vuole uscire dalla giostra non si sta poi tanto peggio?!

Le premesse e le circostanze indicano, nemmeno poi così velatamente, che le classi dirigenti dell’UE non hanno la minima libertà di ottenere come risultato finale una Gran Bretagna felice fuori dall’Unione, a meno di non distruggere l’Unione stessa. La Gran Bretagna mostrerà fra non molto quanto vale una nazione da sola oggi nel mondo.

Amilcare Iacomino