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Mascherine chirurgiche e pubblicità al pubblico

Le mascherine fanno ormai parte della nostra quotidianità. In commercio ne esistono di diversi tipi: mascherine chirurgiche e mascherine in tessuto monouso o lavabili il cui scopo è quello di fornire un’adeguata barriera attraverso una forma e un’aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al naso garantendo allo stesso tempo comfort e respirabilità; e mascherine filtranti facciali FFP2 e FFP3 che offrono una maggiore protezione a chi le indossa.

Nonostante la funzione delle varie tipologie di mascherine sia analoga, ovvero ridurre la circolazione del virus, la loro classificazione è diversa.

Mascherine e Normativa

Le mascherine FFP2 e FFP3 sono dispositivi di protezione individuale (DPI) normate da uno specifico regolamento; le mascherine chirurgiche sono dispositivi medici (DM) disciplinate da una differente normativa e le mascherine in tessuto sono invece beni di uso comune da considerare come misura igienica per ridurre la diffusione del virus, ma non sono soggette a particolari normative.

La diversa normativa di riferimento determina anche diversi obblighi, tra i quali analizziamo quello riferito alla pubblicità. La pubblicità delle mascherine chirurgiche indirizzata al consumatore sarebbe soggetta alla preventiva autorizzazione ministeriale. Infatti, a differenza delle altre tipologie di prodotto (DPI e beni di uso comune), per i dispositivi medici è obbligatorio richiedere l’autorizzazione al Ministero della Salute della pubblicità indirizzata al pubblico.

Sull’argomento la Sezione pubblicità del Comitato tecnico sanitario del Ministero della Salute ha tuttavia chiesto un’opinione alla Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico dello stesso Ministero.

Le mascherine chirurgiche nascono infatti come dispositivo medico da utilizzare in ambito sanitario e indirizzato a personale specializzato (come risulta anche dalla descrizione riportata nella CND – Classificazione Nazionale dei Dispositivi Medici). La normativa prevede che la pubblicità di dispositivi medici destinata agli operatori sanitari non sia soggetta all’obbligo di autorizzazione, ma è considerata libera.

La ratio risiede nel fatto che i professionisti sanitari hanno già la cultura e le conoscenze adatte per un utilizzo corretto del dispositivo. Tuttavia, a causa della pandemia in corso, gli utilizzatori finali delle mascherine chirurgiche non sono più soltanto gli operatori sanitari, ma anche i comuni cittadini.

Il Ministero ha comunque ritenuto non necessario autorizzare la pubblicità delle mascherine chirurgiche, anche se indirizzata al pubblico, in quanto si tratterrebbe dell’unica tipologia di mascherine a disposizione per la quale sarebbe richiesta l’autorizzazione e in quanto ritiene che i cittadini siano già ampiamente informati sulla funzione del DM e sulle corrette procedure di utilizzo e smaltimento dello stesso.

Rimane comunque valido il principio generale che la pubblicità deve essere onesta e non ingannare il consumatore sulle proprietà del prodotto pubblicizzato. In particolare, in riferimento alle mascherine chirurgiche, il Ministero ha sottolineato che la pubblicità indirizzata al pubblico dovrebbe richiamare le indicazioni sull’uso delle mascherine nella vita quotidiana in accordo a quanto già diffuso dalle autorità.

In caso di messaggi pubblicitari ingannevoli, il Ministero della Salute potrà comunque intraprendere azioni volte a garantire la tutela della salute dei cittadini.

Scritto da: Federica Montozzi

Foto di Jordy_Nijenhuis da Pixabay