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Farmacovigilanza: interna o esterna? Sfide e opportunità per le aziende farmaceutiche nell’era post-Direttiva 2010/84

Esternalizzare la farmacovigilanza

Dopo l’entrata in vigore della Direttiva 2010/84, il panorama della farmacovigilanza è profondamente mutato.

Le aziende farmaceutiche si trovano ad affrontare una materia complessa e ricca di sfide, con obblighi normativi sempre più stringenti e la necessità di garantire la sicurezza e l’efficacia dei farmaci per i pazienti.

In questo contesto, esternalizzare la farmacovigilanza si propone come una risorsa strategica per alleggerire il carico di lavoro interno e accedere a competenze specialistiche.

Farmacovigilanza: quando conviene esternalizzare?

Le aziende farmaceutiche possono decidere di esternalizzare alcune attività di farmacovigilanza per diverse ragioni:

  • Mancanza di risorse interne: competenze specialistiche, personale dedicato, infrastrutture adeguate.
  • Piccole dimensioni dell’azienda: difficoltà a gestire internamente la complessità della farmacovigilanza.
  • Necessità di flessibilità: picchi di lavoro, lancio di nuovi prodotti, esigenze temporanee.
  • Focus su attività core: concentrare le risorse interne sulle proprie aree di competenza strategica.

Scegliere il partner giusto: requisiti chiave

Affidare la farmacovigilanza a un partner esterno richiede una valutazione attenta:

  • Esperienza e competenze: comprovata esperienza nel settore, conoscenza delle normative e delle best practice.
  • Qualità del servizio: standard elevati di accuratezza, affidabilità e tempestività.
  • Risorse dedicate: team di professionisti qualificati e sottoposti a formazione continua.
  • Tecnologia: sistemi informatici all’avanguardia per la gestione dei dati e la comunicazione.
  • Comunicazione e collaborazione: approccio proattivo e trasparente nella collaborazione.

Farmacovigilanza esterna: un investimento per la sicurezza del paziente

La scelta di esternalizzare la farmacovigilanza può rivelarsi una mossa vincente per le aziende farmaceutiche, consentendo di:

  • Ottimizzare le risorse: ridurre i costi fissi e aumentare la flessibilità.
  • Migliorare la qualità del servizio: accedere a competenze specialistiche e tecnologie all’avanguardia.
  • Rispettare gli obblighi normativi: ridurre il rischio di non conformità.
  • Aumentare la focalizzazione sul paziente: dedicare maggiori risorse allo sviluppo di farmaci sicuri ed efficaci.

In definitiva, la farmacovigilanza esterna rappresenta un valido strumento per le aziende farmaceutiche per garantire la sicurezza dei pazienti e soddisfare le richieste di un mercato in continua evoluzione.

Ecco un esempio di alcune attività che possono essere affidate, anche singolarmente, a provider esterni di Farmacovigilanza

  • Assunzione ruolo di QPPV e di Local Contact Point
  • Controllo e valutazione medica della letteratura italiana e internazionale
  • Supporto nella preparazione di PSUR e RMP
  • Supporto nella preparazione di PSMF
  • Scarico degli ICSRs da Eudravigilance e relativa valutazione medica
  • Valutazione periodica dei dati di sicurezza per l’identificazione del segnale
  • Redazione di procedure operative standard (SOP) e istruzioni di lavoro (work instruction)
  • Predisposizione o revisione di accordi di sicurezza (Safety Data Exchange Agreement, SDEA) con Partner

Ogni azienda dovrà scegliere in base alle proprie necessità e alla propria organizzazione

Scritto il 21/05/2024 da: Sara Moretti e Costantino Forleo