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Integratori alimentari, dalla formulazione alla vendita

Il mercato degli integratori alimentari non sembra attraversare crisi. Si tratta infatti di un settore con vendite sempre costanti, se non addirittura in crescita. In questi anni la popolazione è sempre più alla ricerca di una situazione di benessere fisico e mentale e per questo spesso utilizza integratori alimentari come supporto per raggiungere tale obiettivo.

Gli integratori alimentari sono infatti, in accordo alla definizione riportata in normativa, “i prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare ma non in via esclusiva aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate“.

Ovviamente la popolazione che utilizza quotidianamente questo tipo di prodotti non conosce nel dettaglio tutti i requisiti obbligatori da rispettare per l’immissione in commercio degli integratori alimentari.

Cerchiamo quindi di spiegare meglio anche tutta la fase precedente alla vendita finale al consumatore.

La normativa degli integratori alimentari è in parte regolata a livello europeo, in parte a livello nazionale e negli anni 2019/2020 è stata aggiornata. In particolare, a partire dallo scorso anno, in Italia è stato introdotto un nuovo sistema di notifica online da utilizzare obbligatoriamente da parte di tutte le aziende che desiderano vendere integratori in Italia.

Tali aziende devono avere una certificazione relativa alla registrazione come OSA (Operatore del  Settore Alimentare), che viene gestita a livello locale, e devono avere un sistema di gestione del rischio regolato nel piano HACCP.

Passiamo ora ai prodotti: per la composizione è necessario rispettare gli elenchi europei e nazionali. Per le vitamine e i minerali, le forme ammesse e i claim che possono essere utilizzati sono dettagliati in regolamenti europei, mentre le quantità ammesse sono definite a livello nazionale. Per gli ingredienti di origine botanica (i cosiddetti botanicals) in Italia è possibile far riferimento a una lista riportante tutti i dettagli: nome botanico, parti ammesse, eventuali restrizioni ed effetti fisiologici consentiti specifici per le singole parti ammesse.

Il Ministero della Salute italiano ha reso disponibile anche un elenco riportante altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico che possono essere aggiunti nella composizione degli integratori. Per ogni ingrediente sono specificate eventuali avvertenze e/o indicazioni da riportare in etichetta, restrizioni per l’uso e limiti di apporto.

L’etichettatura degli integratori alimentari deve anch’essa essere conforme alla normativa e riportare alcune informazioni minime obbligatorie, quali ad esempio: denominazione del prodotto, dettagli dell’azienda OSA responsabile del prodotto, peso netto, durata e condizioni di conservazione, elenco degli ingredienti e relativa quantità per alcuni di essi, avvertenze obbligatorie standard, precauzioni e istruzioni per l’uso, Paese di origine o luogo di provenienza (ove previsto).

In aggiunta, in etichetta possono essere riportate altre informazioni facoltative. Ad esempio, se opportunamente certificato, può essere vantato il rispetto dei requisiti Halal oppure la certificazione biologica dell’integratore alimentare. Si tratta ovviamente di certificazioni facoltative che possono però rappresentare un valore aggiunto per alcune categorie di consumatori.

Appare quindi evidente che prima di arrivare sugli scaffali per la vendita gli integratori alimentari sono sottoposti a un’attenta e approfondita valutazione per rispettare la normativa italiana ed europea e per garantire prodotti sicuri a tutti i consumatori.

Scritto da: Federica Montozzi

Foto di Monfocus da Pixabay